"Microgreens": questi sconosciuti
Qualche informazione sui microgreens
I microgreens, ovvero "micro-ortaggi" cominciarono ad apparire nei menù degli chef di San Francisco, in California, nei primi anni ‘80, mentre la loro coltivazione ha avuto inizio a metà degli anni ‘90 nel Sud della California.
I micro-ortaggi sono giovani e tenere plantule commestibili prodotte a partire dai semi di varie famiglie botaniche come, ad esempio, le Brassicaceae (come cavolo, cima di rapa, crescione, rucola), le Asteraceae (ad esempio, lattuga, cicoria, radicchio), le Apiaceae (aneto, carota, finocchio, sedano), le Amaryllidaceae (aglio, cipolla, porro), Amaranthaceae (bietola e spinacio) e Cucurbitaceae (cetriolo, zucca). Per la produzione di micro-ortaggi si utilizzano anche cereali (avena, grano, mais, orzo, riso), quinoa, specie leguminose (cece, fagiolo, fava, lenticchia, pisello), nonché diverse specie aromatiche (basilico, erba cipollina, coriandolo, cumino) (Di Gioia et al., 2015).
I microgreens, pur essendo piccoli, offrono sapori diversi e concentrati: alcuni hanno un gusto neutro, altri leggermente acidulo, altri invece risultano piccanti, come il crescione e la rucola. Il gusto richiama quelli dei corrispettivi ortaggi adulti, tranne che per le specie di cui solitamente non si mangia la pianta allo stato fresco (ad esempio, i cereali, le leguminose, il girasole).
Sebbene spesso siano utilizzati principalmente per scopi decorativi dei piatti, i micro-ortaggi offrono un profilo nutrizionale eccezionale e sono attualmente considerati una delle innovazioni più interessanti nel settore dei prodotti ortofrutticoli freschi. Possono infatti essere classificati come "alimenti funzionali" o "super alimenti" (super-food), poiché oltre a fornire nutrienti essenziali, contengono anche componenti bioattivi che possono migliorare le funzioni dell'organismo e ridurre il rischio di malattie (Treadwell et al., 2010).
Ad esempio, uno studio scientifico ha rivelato che, rispetto agli ortaggi convenzionali raccolti a maturazione commerciale standard, i micro-ortaggi mostrano livelli di composti antiossidanti (vitamine C, E, K e carotenoidi) anche decine di volte superiori (Xiao et al., 2012).
Data la continua crescita della popolazione mondiale, è fondamentale garantire una produzione alimentare adeguata e a basso consumo di risorse. Per aumentare la produzione agricola senza però ridurre le aree naturali, è importante incentivare nuove soluzioni in aree urbane. A tal proposito, i micro-ortaggi rappresentano una scelta molto promettente, dato che possono essere coltivati negli orti urbani, nei giardini o balconi domestici e persino in spazi limitati all'interno delle abitazioni con sufficiente illuminazione.
Inoltre, la coltivazione di microgreens è molto semplice e rapida e si effettua a partire da semi a basso costo, dunque permette di migliorare l'accesso al cibo anche alle fasce di popolazione più svantaggiate.
Per crescere i microgreens non è necessario l'uso né di fertilizzanti né pesticidi, soltanto quantitativi di acqua molto limitati.
Tra i semi appositamente selezionati disponibili in commercio, ci sono anche varietà con proprietà "azoto-fissatrici", ovvero sono in grado di convertire l'azoto atmosferico in una forma utilizzabile dalle piante. Esse dunque svolgono un ruolo fondamentale nell'agricoltura sostenibile, contribuendo alla salute del suolo, alla riduzione dell'uso di fertilizzanti chimici e alla promozione della biodiversità.
C'è ancora un vasto mondo di specie di piante locali che possono essere esplorate per la coltivazione di micro-ortaggi, andando così a preservare e valorizzare le varietà locali a rischio di estinzione, tutelando l'agro-biodiversità del nostro Pianeta.
Galleria
Microgreens di Crescione, al termine della fase di germinazione
Microgreens di Crescione, a crescita completa
Microgreens di Crescione, a crescita completa
Microgreens di Rucola, al termine della fase di germinazione
Microgreens di Rucola, a crescita completa
Microgreens di Rucola, a crescita completa
Riferimenti da letteratura:
Di Gioia et al., 2015: Di Gioia F., Mininni C., Santamaria P. 2015. Ortaggi di Puglia, tra biodiversità e innovazione: il caso dei micro-ortaggi. In: Il Giardino Mediterraneo, Volume II, Edited by A.R. Somma. Mario Adda Editore, Bari, 158-164.
Treadwell et al., 2010: Treadwell D.D., Hochmuth R., Landrum L., Laughlin W., 2010. Microgreens: A new specialty crop. University of Florida, IFAS, EDIS publ. HS1164. https://edis.ifas.ufl.edu/hs1164. Accessed 7 Jul 2015.
Xiao et al., 2012: Xiao Z., Lester G.E., Luo Y., Wang Q., 2012. Assessment of vitamin and carotenoid concentrations of emerging food products: edible microgreens. J. Agric. Food Chem., 60, 7644-7651.